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Se il rapporto con il tuo cane sta diventando problematico, o più semplicemente vuoi acquisire tutti gli strumenti per educare al meglio il tuo cucciolo, allora sei nel posto giusto!

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La consulenza comportamentale del cane problematico

L'educazione di base del cucciolo e del cane adulto

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Chi sono
L'educazione cinofila come professione

 

Alessandro Franchi è un Consulente comportamentale e Educatore cinofilo qualificato alla scuola Apnec e iscritto alla Federcinofilia. Opera nel mondo della cinofilia fin da giovanissimo iniziando come Dogsitter, lavoro che porterà avanti per quasi 10 anni. Ma più che un lavoro, è una passione che gli ha permesso di osservare e studiare a lungo il comportamento cinofilo nel contesto urbano...continua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un  cucciolo può iniziare un percorso educativo fin dall'adozione dopo il distacco dalla madre. Va tenuto presente che il cucciolo deve rimanere con la madre fino al secondo mese di vita, periodo fondamentale per il suo sviluppo futuro...clicca qui per saperne di più!

 

Metodo di educazione e riabilitazione comportamentale
 

 

Utilizzo l'approccio cognitivo-zooantropologico per rendere il proprietario abile ad insegnare qualsiasi cosa al proprio cane (fornendogli gli strumenti per comunicare efficacemente) e per rendere il cane capace di scegliere autonomamente il comportamento adeguato ad ogni situazione (sviluppando le sue capacità cognitive).
L'approccio cognitivo-zooantropologico è la sintesi di due concetti:
 
1. La cognizione è l'atto del conoscere, cioè una facoltà mentale. L'approccio cognitivo considera il comportamento animale come l'espressione del suo stato mentale, cioè come il risultato di un ragionamento. Ammettere che il cane abbia una mente ed una propria intelligenza vuol dire ammettere che abbia la facoltà di riflettere, fare esperienze, ricordare e proiettarsi nel futuro; insomma che sia in grado di immagazzinare informazioni, elaborarle utilizzando le proprie capacità ed emettere una risposta adeguata. In questo l'approccio cognitivo si differenzia dai metodi basati sul condizionamento stimolo-risposta secondo cui ad ogni stimolo segue una risposta automatica. 
2. La zooantropologia è la disciplina che studia le relazioni tra l'uomo e le altre specie animali e i contributi che l'uomo può ricevere da parte della diversità animale. Primo passo per un approccio zooantropologico è il riconoscere l”alterità animale” cioè vedere il cane con la sua identità e con un bagaglio di emozioni, abilità e conoscenze che lo rendono il nostro referente nella relazione uomo-cane. Smettere di considerare l'animale come strumento da lavoro (zootecnia) o come surrogato di rapporti sociali insufficienti e considerarlo partner di una relazione paritaria, comporta la presa di coscienza che il cane possa offrire all'uomo quel contributo di cui ha bisogno per costruire le proprie qualità.
 
Date queste premesse è ovvio che l'approccio cognitivo-zooantropologico (CZ) si discosti non soltanto dall'addestramento tradizionale, basato su coercizioni e punizioni, ma anche dal metodo gentile, basato solo sul rinforzo positivo. Anche il metodo CZ è “gentile” perché non utilizza coercizioni e rispetta le caratteristiche etologiche del cane, ma va oltre perché si rivolge alla mente del cane, alle sue capacità di apprendimento ed allo sviluppo del suo potenziale cognitivo, entrando in un ambito propriamente pedagogico. Il metodo CZ, quindi, intende interpretare i comportamenti del cane sulla base delle motivazioni, comprendere i processi di apprendimento e facilitare l'insegnamento.
Non parleremo, quindi, di “sedute di addestramento” ma di “programmi educativi”, che sottintendono il duplice aspetto del fattore mentalistico (arricchire le esperienze del cane, sviluppare le sue capacità, costruire i processi cognitivi che lo rendano autonomo in ogni circostanza) e del fattore relazionale (facilitare il processo di insegnamento migliorando le capacità relazionali del cane in generale e la relazione con il proprietario in particolare).A differenza dell' ”addestramento” che si pone come obiettivo quello di insegnare al cane abilità che possiamo utilizzare, quasi come se fosse una macchina da programmare per uno scopo, il fine dell'educazione è sviluppare la mente del cane per realizzare in pieno tutte le sue potenzialità. In questo contesto la relazione cane-proprietario è alla base del processo pedagogico, in quanto il proprietario si pone come mediatore di conoscenze: rende le esperienze fruibili al cane adattandole alle sue capacità ed alle sue potenzialità.I miei percorsi educativi, pertanto, sono programmi pedagogici mirati a favorire la crescita della relazione tra cane e proprietario perché è il pieno sviluppo della relazione che favorisce il miglioramento della qualità della vita che intendo promuovere.

 

 

 

 

"Se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altra. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".   disse la volpe al Piccolo Principe.

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