L'intesa con il cane
Alessandro Franchi, Educatore cinofilo qualificato Apnec e consulente comportamentale
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La vista del cane
Vi propongo un esercizio! Mettetevi a quattro zampe con gli occhi a meno di cinquanta centimetri da terra. Il mondo ha tutta un altra faccia da li vero? Bene adesso siete a buon punto per capire come vede un cane!
Potrei terminare questo articolo qui, ma non basterebbe per farvi capire fino in fondo quanto è diversa la realtà percepita dal vostro cane
Vediamo quindi nel dettaglio quali sono le diversità rispetto all'occhio umano.
I cani si differenziano dagli uomini nella capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini, percepire e distinguere i dettagli e contrasti cromatici e quelli chiaroscurali.
Tutte le razze di cani hanno una grossa difficoltà nel mettere a fuoco un oggetto vicino se questo è ad una distanza di almeno quaranta centimetri dal loro muso. Gli oggetti che si trovano ad una distanza inferiore saranno percepiti dal cane come una macchia indistinta, e probabilmente è anche per questo che i cani hanno l'abitudine di annusare ciò che si trova nelle loro immediate vicinanze:non riescono a vederla bene. Studi oculistici hanno dimostrato che alcune razze canine sono particolarmente predisposte alla miopia come i rottweiler, i pastori tedeschi e gli schnauzer nani. Le razze invece che possono usufruire di una discreta ipermetropia sono i labrador, i golden retriever , i cocker spaniel e gli springer spaniel.
Le varie razze si differenziano anche per quanto riguarda il campo visivo. Gli occhi dei cani che sono posizionati più lateralmente permetteranno di avere un maggior campo visivo laterale ma una minore visuale tridimensionale frontale.
Gli occhi umani sono predisposti per una visione frontale invece, con una notevole sovrapposizione tra il campo visivo dell'occhio destro e quello sinistro e questo ci permette di avere un ottima profondità visiva.
L'occhio del cane è predisposto ad una visione notturna e crepuscolare. Come molti altri mammiferi che sono attivi per lo più di notte, i cani hanno dietro la retina una particolare membrana riflettente chiamata tepetum lucidum che agisce come uno specchio che riflette le particelle luminose. Questo permette loro di avere una migliore vista in condizioni di luce sfavorevoli. Ciò non significa però che i cani vedono al buio. In condizioni di completa oscurità il cane non vede un piffero proprio come noi! Il tapetum lucidum è anche responsabile di quell'effetto “occhi luminosi” che interessa cani, gatti, cervi,e gli altri mammiferi notturni e che assumono quando vengono colpiti dalla luce dei fanali di un auto o dal flash di una macchina fotografica.
Un'altra interessante particolarità della vista del cane è quella di avere una spiccata predisposizione a percepire oggetti lontani anche 900 metri, se in movimento sopratutto lungo la linea dell'orizzonte. Caratteristica che favorisce l'individuazione della preda per i cacciatori ma non il richiamo del cane per i proprietari quando passa una bicicletta!
Sono sicuro che molti di voi hanno letto questo articolo più che altro per capire bene quali colori percepisce il cane. C'è un po' di confusione in giro in effetti. C'è chi dice che i cani vedono solo in bianco e nero,chi invece che percepiscono solo il blu e i grigi o altri ancora sono convinti che riescono a vedere tutti i colori tranne il verde.
Vi accontento subito, il mondo dei cani è dipinto con i colori giallo, blu e grigio e dalle loro sfumature.
Un oggetto rosso al cane apparirà giallo, mentre un oggetto verde gli apparirà bianco o grigio(vedi foto). Responsabile di questa diocromatia sono i cosiddetti coni presenti all'interno dell'occhio. I coni sono dei fotorecettori sensibili alle onde luminose. Nell'uomo ce ne sono tre, sensibili a diverse onde luminose, che ci permettono di avere una specchio cromatico molto ampio. Per quanto riguarda i cani invece, i suddetti coni sono solamente due, e sensibili solo a due onde luminose.
Concluderei scrivendo che se il cane vede solo due colori, percepisce anche milioni di odori. Questo lo spinge a prediligere di gran lunga il senso dell'olfatto per percepire il mondo che lo circonda, rispetto alla vista.